È uscita sul Fatto Quotidiano una inchiesta sul sesso degli adolescenti scritta da Beatrice Borromeo. Penso sia una cretinata pruriginosa, senza alcun valore scientifico né giornalistico, e abbia tutti i difetti di quando la curiosità sparisce, l’ascolto manca, e ci si dedica solo all’indignazione. L’altro deve essere sempre oggetto di inchiesta in senso puro: di domanda, di ricerca, di interrogativo profondo e dinamico; cioè, per parlare facile, ti deve interessare, devi farti delle domande, eventualmente nel mentre devi cambiare idea. Quando un articolo è una proiezione più o meno inopportuna di sé e delle proprie paure, non si va da nessuna parte. In più il sesso e i ragazzi sono temi importanti che vanno trattati con dolcezza e serietà, non così. Con tutto questo scandalo e questi grassetti, mi sono cadute le braccia. Allora ho tenuto solo i grassetti delle due prime puntate, e ho riscritto il resto. Così è più divertente.
Come essere una ragazza liceale nel 2014 è una questione che può apparire complicata, ma in realtà ogni generazione ha gli stessi problemi, e a cambiare più delle soluzioni sono i toni. Quelli, va detto, oggi sono veramente diversi. Posto che si ricordino davvero le parole usate dagli adolescenti degli anni Settanta, Ottanta, Novanta, Zero, e che non sia la solita idealizzazione della gioventù a darci un’impressione allarmante, sentire questi ragazzi che parlano delle loro prime esperienze è quantomeno divertente. Una ragazza che ha avuto il primo rapporto sessuale è stata «stappata», ma anche «mi hanno sturata» è un’espressione che si usa. Così Margherita ha descritto la perdita della sua verginità, senza darle grande peso. A raccontarci l’episodio, in sua presenza, è Chiara, la migliore amica. Ridono e si prendono in giro di continuo durante il racconto.
Reazioni? «Non molte. Le amiche fanno i complimenti, perché la prima volta è sempre un peso alla nostra età. Levarselo è proprio un sollievo. Ovviamente poco dopo scatta la conta: si aggiorna l’archivio di quelle che l’hanno fatto e quelle che ancora non sono riuscite a liberarsene.»
«A volte – continua Chiara – alcune finisce che vanno col primo che passa. Anche perché la verginità è un impiccio che vogliono levarsi a tutti i costi. Il bilancio è comunque positivo. Non è che chi non l’ha ancora data sia emarginata, ma è da quando sei ancora bambina che ti cominciano a fare una testa così sulla prima volta e sulla persona giusta e sul momento e sul valore, al punto che comunque vada sei sempre in difetto, poi fa anche male, altro che, sei sempre una sfigata!»
A sentire questi ragazzi, c’è una fase in cui non si cercano nemmeno tanto i preliminari quanto il passaggio di livello dato dal primo coito. Non è chiaro quanto questa importanza sia attribuita dalle famiglie ansiose della libertà dei figli e soprattutto delle figlie, ma è certo che non la custodiscono minimamente. Quando chiedo a Chiara quali siano state le sue prime esperienze sessuali, mi racconta che la prima volta che ha visto fatto qualcosa con un ragazzo si è trattato di «una sega», cui è seguito del sesso orale. Se le sia piaciuto o meno non riesce a dirlo: «Ero ubriaca. Ci si fa coraggio con l’alcol, che fa venire voglia a tutti (“E impedisce di tirarsela”, aggiunge Margherita): Vodka-pesca, shot di rum e pera, e alla festa giravano anche tre o quattro canne.
Margherita prende più coraggio: «Anche per me il primo incontro col sesso maschile è stato un pompino, e non mi è dispiaciuto. Per noi a momenti scopare è come fumare, è una piccola trasgressione che ti fa sentire più matura. Tutti vogliamo piacere e essere nel gruppo più figo. E il gruppo più figo è quello che si diverte. La dovrai pur dare a qualcuno prima o poi! E siccome la prima volta è uno sbattimento e basta, prima di andare a letto e fare delle figuracce è il caso di non pensarci troppo». Hanno idee forse discutibili, ma molto precise. «Anche per i maschi è un casino perché a volte noi siamo cattive», riprende Chiara. «Cominciamo a insistere come delle indemoniate.»
Per te, a parte la prima volta, adesso come funziona? «Io sono piccola. Non so ancora se credo all’amore eterno, ma mi piacciono i ragazzi e anche il sesso. Quando ho deciso che scopo, in genere lo faccio. Tenersela per cosa? Il giorno dopo a scuola scatta il resoconto, e siamo veramente delle bestie. Per fortuna i ragazzi non ci sentono: “Mi hanno sfondata” o “mi hanno aperta” sono espressioni tipiche, da spogliatoio delle femmine.» Le ragazze ridono parecchio: sicuramente le loro madri soffrivano di più senso di colpa.
Quello che sembra mancare in queste dinamiche è l’inibizione: tutte le ragazze dicono che nel dubbio «gliela dai», come se almeno in questa fase non ci fosse un legame necessario tra il desiderio, il sesso e il piacere. Sono adolescenti, sono inesperti, affrontano queste cose con una dose di rassegnazione. «Succede», continua Chiara, «di stare stra-male, di fare fatica per venire, per liberarti, per la questione d’immagine, per non deludere il primo fidanzato. Più che altro dipende se ti sbatti o lo fai a una festa. Una mia amica l’ha organizzato. Hanno fatto una gita fuori città col motorino una domenica. Lei era contenta, ma anche che palle.»
Il problema della contraccezione è sempre stato molto serio in Italia, dove la cultura cattolica ha costretto generazioni di cittadini a nascondere in mezzo alle aspirine e ai pacchi di fazzolettini di carta quello per cui erano andati nella farmacia di turno. Margherita racconta con la solita schiettezza: «Il preservativo non è il massimo, ma almeno è sicuro. La pillola anticoncezionale di solito si prende con la complicità della mamma, con la scusa del ciclo irregolare. Ma dipende dalla mamma. Chi non la prende vive un po’ in paranoia perché i ragazzi fanno casino a volte, lo mettono male, lo rompono. Io me ne porto due sempre in borsa. Alcune se ne fregano: al limite prendono la pillola del giorno dopo, e pregano che, nonostante birre, vodka, canne, uno almeno degli amici tra i 14 e i 17 anni di quello con cui magari andranno a letto abbia un gommino da prestargli.»
Mirco, in un’altra sezione rispetto a Chiara e Margherita, è in buoni rapporti con la sua ex ragazza, con cui l’ha fatto la prima volta, anche se lei l’ha lasciato con un sms. Si è messa con un 15enne, a sentire lui pieno di intraprendenza. Di quando l’hanno fatto, ammette, non ricorda molto, e mi dice di non chiedere a lei perché tanto era ubriaca. «Vista così sembra una cosa orribile, tristissima, ma alla fine è successo. In quel periodo uscivamo con gente di due classi più grande, quattro ragazzi e due ragazze tra cui la cugina di lei. A sentire parlare loro di sesso, ci eravamo convinti che tutto fosse normale, anche un’orgia. Ma poi ho scoperto che i ragazzi più grandi fanno i fighi, ne sparano di grosse. L’abbiamo fatto un po’ di fretta, ma l’abbiamo fatto.»
Antonio è del tutto diverso dai suoi compagni e dalle sue compagne. È un ragazzo di Comunione e Liberazione, movimento di cui fanno parte anche i suoi genitori e molti suoi amici. «Ci hanno subito avvertiti», spiega. «L’affettività è un ambito molto pericoloso. Tanti aprono le gambe senza pensarci. Ma non sanno che perdono una grande occasione di riscatto.» Antonio, inutile dirlo, non è il tipico liceale. «Quelli che fanno sesso prima del matrimonio mi fanno schifo. Non ci si unisce per un bel culo! Io ho i miei ideali, sono un ragazzo di 15 anni ma ho le idee chiare. Non voglio più diventare un pirata dei Caraibi come Johnny Depp, quello lo pensavo quando non avevo ancora trovato Gesù e il movimento, due anni fa. Per la mia prima volta non voglio una ubriaca, magari più grande, che mi ribalta e mi ruba la verginità.» Antonio non vuole generalizzare, ma racconta che nella piramide sociale delle scuole superiori il giovane ciellino è un trofeo. «Se una grande vuole fare vedere che lei è figa, prende un truzzetto qualunque e lo fanno. Una volta io ero al bar fuori dalla scuola che leggevo, mi stavo bevendo un succo di pera, e ho sentito chiaramente una arrogante che diceva che voleva “stappare” me che ero un “povero ciellino”. Ho pagato e sono uscito. Non sono mica scemo!»
Francesco è compagno di Antonio, ha smesso da qualche anno di andare a messa, gioca a calcio e va abbastanza bene a scuola, anche se ammette che potrebbe «fare di più». Racconta come sono le relazioni con le donne adolescenti oggi: «Se anche la tipa ce l’hai, ed è una persona affidabile, non è detto che questa non ti cambia idea e ti mette le corna». Le ragazze, agli occhi della prima generazione di maschi italiani che non si percepisce come dominante, non hanno nessun autocontrollo. E in tutto questo pare non ci sia niente di sexy per loro. Le ragazze decidono con chi stare e chi mollare, quando fare sesso la prima volta, con chi, e se andava bene o meno. «Le odiamo tutti», continua Francesco. Sembra che le ragazze siano diventate una fonte d’ansia per i loro coetanei. «Non sappiamo cosa dobbiamo fare, a volte la cosa è già molto imbarazzante, e il giorno dopo sai che partirà un resoconto con ogni dettaglio, se uno è stato bravo o no, se non riesce. Dopo lo sa tutta la scuola. È terribile.»
È la dottorezza Zanfalandi, psicologa della crescita, a fare chiarezza su queste dinamiche dal suo ufficio all’Università di Camerino: «L’adolescenza è così. Si cambia come La mosca di Cronenberg, e si vive nel terrore. Alcuni preferiscono andare ‘di bocca e di mano’, per così dire, per fare esperienza senza correre qualche rischio inutile. Ma a volte quella è la casella sbagliata. Lontani dall’emozione del primo coito, gli adolescenti diventano ancora più spietati nel giudizio e rigidi nella pratica. Il risultato è che i maschi, la cui performance è evidentemente legata alla psiche, oltre che al desiderio o anche solo alla pazienza come nel caso delle femmine, possono prendersi l’etichetta dello “sfigato”, dell’“effeminato”, quello che “ce l’ha piccolo”, che non vuole “scopare e fare l’amore”. Ai miei tempi, scusi se ci metto una esperienza personale, ma lei è un bel ragazzone e posso prendermi forse questa confidenza, l’unico rischio era una gravidanza indesiderata. Oggi sembra che quando sentono parlare di donne i miei coetanei pensino alle mimose, e i loro figli a Pornhub.»