Sicuramente non è come dico. È certo che non si tratta di quello. Figuriamoci. Però.
Il Tempo riporta una notizia che riguarda Marianna Madia, responsabile PD del lavoro incaricata da Matteo Renzi. Marianna Madia non piace gran che a nessuno: è stata una delle scelte più goffe di Walter Veltroni, insieme ad altri improbabili imbarcati dopo il Lingotto. Ma se Calearo si rivelò presto un pacco assoluto, Madia rimase a metà strada. Raccomandata? Salottiera? Pischella? Veltroni perdette, anche se continua a ripetere che è stata la migliore vittoria del fantomatico riformismo di tutti i tempi, e Marianna Madia sparì dalle prime pagine. Ora è tornata, e se la aspettavano in pochi.
Basta che passi su Giornalettismo, perché la gaffe di Marianna Madia diventi “terrificante”, acquistando anche un nuovo modo verbali: il condizionale, ma tu pensa! In pratica la storia è la stessa, solo che i secondi non si fidano dei primi (straccio, cencio, quella roba lì).
Zanonato accoglie Madia nel proprio ufficio, la fa parlare, e poi la ferma per dirle «con tono paterno»:
«Cara Marianna. Sono contento del vigore e dell’entusiasmo con il quale mi chiedi supporto. Ma di questo avresti dovuto parlare con il collega ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Le mie competenze non sono specificamente destinate alle politiche dell’occupazione.»
Quindi sappiamo che Zanonato parla come un comunicato stampa, leggermente forbito e distaccato, con il piglio dei discorsi di una visita ufficiale in Paraguay. Sembrava un padovano ruspante, invece no. Mah. Tra l’altro tutto ci arriva per bocca di chi, esattamente? È un incontro a porte chiuse. Mistero. Saranno state socchiuse.
Madia ribatte in un registro del tutto diverso. Cadendo dal pero, e con un tono da ragazzina de Roma, dice al ministro:
«Ma scusa ministro ma non sei te che ti occupi di lavoro?»
Confonde «tu» con «te», essendo già una macchietta, e dimentica la punteggiatura. È già apprezzabile che non dica anche «Macché davero davero?!».
Eppure in questa fiera dei condizionali, dove tutti avrebbero fatto qualcosa e casualmente nessuno ha fatto mai una mazza, non abbiamo ancora finito. Perché Zanonato, dopo averle detto paternalisticamente che è contento di vederla così attiva, per quanto non informata sui ministeri e le loro competenze, la prende sotto braccio, la porta verso la finestra, e dice LA frase a effetto (che qualcuno miracolosamente ha udito, probabilmente una delle famose microspie che Tempo e Giornalettismo hanno piazzato sui vetri dei ministeri).
«Vedi il ministero del Lavoro è dall’altra parte. Hai sbagliato indirizzo.»
Il livello di fantasia letteraria di questa panzana è tale che stiamo citando Omero: Elena e Priamo sulle mura di Troia guardano giù verso i guerrieri achei accampati lì sotto, e li raccontano uno per uno, nomi, gesta e discendenza, ovviamente perché sia il lettore ad avere un quadro dei personaggi. È la teicoscopia, lo sguardo dalle mura, una delle tecniche di racconto più antiche dell’Occidente.
Tutta questa storia inventata invece serve solo a una cosa: prendere per il culo una giovane donna vulnerabile, nonché l’unico anello evidentemente debole della squadra nominata da Renzi. Nessuno ha mai preso per il culo così Raffaele Fitto, Presidente della Puglia a 31 anni, per dire.
Giornalettismo è un affare che tira clic e cerca di fregarli a Dagospia, quindi va be’, buonanotte. Il Tempo chi se ne frega. Ma il fatto che gli uomini si attacchino e le donne si prendano per il culo è una delle tante facce del maschilismo di questo paese. Marianna Madia potrebbe essere il frutto di una scelta gruppettara e inaccettabile. Potrebbe essere incapace, inopportuna e impreparata. Io non lo so. Ma se lo è, voglio che glielo si dica, che si chiedano le sue dimissioni per qualche motivo serio. Il pupazzetto della donnina viziata che parla e non sa niente, tanto caruccia ma tanto ingenua, ne devi fare di strada bionda, ecco, lo riconosco e non mi interessa. È una figura vecchia e penosa di cui non abbiamo proprio bisogno.
PS – Sia chiaro che per me se Marianna Madia sbaglia ministero si può ridere serenamente quanto ci pare. Mica va portata in palmo di mano solo perché è femmina, ché anche quello è maschilismo perniciosissimo. Solo che io dubito che sia successo, e soprattutto rifiuto la scenetta stereotipata.